

» 2009-05-16 17:35
FIAT: CORTEO A TORINO, TUTE BLU DA TUTTA ITALIA
Si è conclusa, tra momenti di tensione, la manifestazione dei lavoratori del gruppo Fiat a Torino. I Cobas, saliti sul palco, hanno impedito al segretario generale della Fim, Giuseppe Farina, di concludere il suo intervento. Ci sono stati spintoni, sopra e sotto il palco.
Il segretario generale della Fiom, Gianni Rinaldini, è rimasto coinvolto nella protesta dei Cobas. Rinaldini è stato tirato giù dal palco. Ha poi lasciato la manifestazione, accompagnato dal numero uno della Fiom torinese, Giorgio Airaudo, tra gli applausi dei lavoratori.
"E' stato un episodio deplorevole, costruito in modo organizzato, che non può in alcun modo oscurare la grande manifestazione che si è svolta oggi a Torino". Così il segretario generale della Fiom, Gianni Rinaldini, ha commentato le contestazioni dei Cobas, durante la manifestazione dei lavoratori Fiat, che lo hanno coinvolto. "Soprattutto - ha aggiunto Rinaldini - non può oscurare il suo significato. E cioé la grande unità dei lavoratori di tutti gli stabilimenti Fiat, dal Sud al Nord del Paese".
"Siamo 15.000", è stata la stima degli organizzatori. E' la prima volta, nella storia del gruppo Fiat, che si svolge una manifestazione nazionale il sabato mattina a Torino. Rilevante la partecipazione dei lavoratori delle aziende dell'indotto auto in crisi: delle 2.300 fabbriche in crisi mille sono in Piemonte, molte in gravi difficoltà. Molti lavoratori hanno sfilato in tuta blu o con la maglietta che indossano in fabbrica.
Il corteo.
Presenti al corteo i gonfaloni delle Regioni Piemonte, Sicilia, Campania e Puglia. In testa, alle spalle dei lavoratori di Pomigliano e Termini Imerese, c'era un furgone con le bandiere sindacali e alcuni cartelli: 'Marchionne tu vo' fa l'americano', 'Fiat. In Italia cuore, mente e braccia'.
In fondo al corteo i partiti della sinistra con le loro bandiere. Nella delegazione del Pd, guidata dal segretario regionale Gianfranco Morgando, sfila l'ex ministro del Lavoro Cesare Damiano. La manifestazione è stata organizzata da Fim, Fiom, Uilm e Fismic che partecipano con i loro vertici nazionali. I quattro sindacati terranno i comizi conclusivi davanti al Lingotto.
Circa 700 lavoratori dello stabilimento di Pomigliano hanno raggiunto Torino con un treno speciale. Hanno sfilato in corteo dalla stazione del Lingotto fino alla porta 5 di Mirafiori. I lavoratori hanno esposto due grandi striscioni: 'la crisi non puo' essere pagata dal sud' e 'no al ridimensionamento di Pomigliano'.
BASSOLINO IN CORTEO A TORINO, POMIGLIANO NON SI TOCCA
"Pomigliano non si tocca. Bene Chrysler, bene Opel, ma serve subito un tavolo con il governo ai massimi livelli. Il presidente del Consiglio deve partecipare al confronto nazionale sull'auto". Lo dice con decisione Antonio Bassolino, presidente della Regione Campania, che sfila con il gonfalone dell'istituzione in corteo con gli operai a Torino. "Il tavolo di trattativa - dice Bassolino - deve riguardare tutti gli stabilimenti. Pomigliano è assolutamente indispensabile all'industria italiana, deve essere rilanciato e valorizzato. Nei mesi scorsi è stata lanciata una sfida ai lavoratori di Pomigliano che hanno fatto la loro parte. Da parte dei lavoratori c'é stata una risposta molto positiva, apprezzata dai vertici Fiat".
CRISI, BERLUSCONI: MALE MEDIA-SINISTRA, PEGGIO È PASSATO
MOSCA - Un 'atteggiamento colpevole'' dei media che dipingono la crisi come "irreversibile e catastrofica". Ed un comportamento "assolutamente colpevole" dell'opposizione, anche perché "credo che il momento peggiore della crisi sia superato". Così il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, da Mosca, sulla crisi economica ha sottolineato come "c'é stato un diluvio, ma dopo tutto è tornato come prima, meglio di prima".
Nel corso di una conferenza stampa congiunta con il presidente russo Dmitri Medvedev, il presidente del Consiglio ha risposto ad una domanda sulle critiche dell'opposizione che accusa il governo di non aver fatto abbastanza per fronteggiare la crisi. "Sono assolutamente convinto che il governo italiano abbia fatto ciò che doveva essere fatto", ha detto Berlusconi sottolineando di "avere l'orgoglio" che il suo esecutivo è stato il primo a sostenere la necessità che nessuna banca fallisse e che nessun risparmiatore perdesse neanche un euro. Berlusconi ha quindi ricordato gli interventi a sostegno di chi ha perso il lavoro e l'apprezzamento per gli interventi a sostegno dell'industria. "Credo - ha quindi aggiunto il premier - che sia colpevole l'atteggiamento dei media che insistono sugli aspetti di questa crisi indicandola come catastrofica e irreversibile e che sia assolutamente colpevole il comportamento dell'opposizione con cui ci troviamo a dover operare in Italia. Resto convinto anche che il momento peggiore della crisi sia superato e che in avanti ci saranno dei miglioramenti: certo c'é stato il diluvio universale, ma siamo ancora tutti qui dopo quel diluvio e tutto é ritornato come prima, meglio di prima e sono sicuro che anche questa volta noi riusciremo da un male a saper cavare un bene, che è la regola di tutte le persone che guardano alla vita con fiducia e ottimismo".
FRANCESCHINI: G8 NON SIA ALIBI
Il G8 in cui si discuteranno le nuove regole della finanza globale "non può essere un alibi per il governo italiano a non mettere in campo delle misure per fronteggiare l'emergenza". Così Dario Franceschini ha commentato le parole del premier Berlusconi a Mosca. Il segretario del Pd è a Terni dove ha incontrato i rappresentanti dei lavoratori della Thyssenkrupp e l'amministratore delegato Haralad Espenhahn.
"Sempre di più - ha detto Franceschini - serve un livello sovranazionale a cui cedere sovranità per affrontare questi problemi, ma è anche sempre più evidente che il G8 è un livello insufficiente. Alcune grandi economie, non a caso coinvolte nel G20, sono attori indispensabili di quelle scelte". "Sicuramente - ha proseguito il segretario del Pd - una parte de problemi richiede risposte sovranazionali, ma questo non può essere un alibi perché il governo italiano non metta in campo delle misure per fronteggiare l'emergenza". "La crisi è globale - ha concluso Franceschini - ma impatta nella vita concreta delle famiglie e della imprese a seconda delle misure e delle risorse che i governi nazionali mettono in campo".
"Berlusconi deve smettere di prendere in giro gli italiani". Così Dario Franceschini commenta l'affermazione del presidente del Consiglio secondo il quale "il diluvio" della crisi è ormai superato. Franceschini è stato interpellato dai cronisti a margine di un incontro con il volontariato tenutosi presso il centro oncologico Chianelli, in Umbria: "Quando è troppo è troppo - ha risposto a proposito delle affermazioni del premier - Ieri la crisi era un problema psicologico, oggi il diluvio è passato: Berlusconi deve smettere di prendere in giro gli italiani". Il segretario del Pd ha ricordato i dati forniti dall'Fmi, secondo il quale il governo italiano ha messo in campo per affrontare l'emergenza un decimo della media degli altri governi mondiali: "Qui servono misure concrete - ha aggiunto - e noi dell'opposizione continueremo a proporle, pretendendo su ciascuna di esse un voto in Parlamento". "Non possiamo pensare - ha concluso - che la soluzione alla crisi caschi dal cielo, servono misure concrete".
Come dice caparezza in una canzone.....io arrivo dalla luna che il cielo mi attraversa........
La crisi non esiste bisogna solo lavorare!!!!!
Poverino si auto convince delle puttanate che racconta.....lo volevo vedere io assieme ai cobas.....L'avrebbero massacrato di mazzate!!!
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